RIVOLUZIONE RUSSA
𝓛𝓪 𝓻𝓲𝓿𝓸𝓵𝓾𝔃𝓲𝓸𝓷𝓮 𝓻𝓾𝓼𝓼𝓪
La Russia è un paese arretrato sotto diversi aspetti:
-agricoltura: era arretrata e le terre erano in mano ai latifondisti che le gestivano in modo
parassitario. Ci sono i Mir (cioè̀ delle comunità̀ agricole che gestivano in maniera comunitaria i
terreni e il prodotto veniva usato per autoproduzione). Inoltre la Russia era costretta a importare il
grano.
- Industrie: alcune industrie si erano sviluppate grazie agli investimenti stranieri e le condizioni di
lavoro degli operai erano peggiori di quelle dei contadini.
- Politica: lo zar (Nicola II) governava in modo autoritario, la Russia era un’autocrazia e quindi non
c’erano forme di rappresentanza per i cittadini.
Lo zar ha un figlio malato di emofilia così si decide di chiamare un mago/monaco per curarlo, ma
questo monaco riesce a manovrare lo zar e quindi prende il potere. (questo a fine 1800).
C’è una forte opposizione e si formano tre partiti:
1. Cadetti: sono un movimento politico di orientamento liberal democratico e
vogliono dare una costituzione alla Russia e avere dei diritti. Rappresentano
principalmente la borghesia.
2. Social-rivoluzionari: sono i socialisti non marxisti quindi vogliono la costituzione e una riforma
agraria per distribuire le terre ai Mir. Sono i contadini.
3. Social-democratici: sono di orientamento marxista e quindi vogliono la rivoluzione lo stato proletario
e uno stravolgimento della situazione, fra questi troviamo altri due gruppi:
- Menscevichi: vogliono un partito di massa, minoranza, che inglobi tutti anche per i simpatizzanti
- Bolscevichi: vogliono partito di rivoluzione di professione, maggior organizzazione in cellule
organizzazione piramidale (guidati da Lenin).
Nel 1905 ci fu una crisi economica fortissima (i raccolti vanno male, carestia, alzamento prezzi). Lo
zar inizia una guerra con il Giappone per il controllo della Manciuria (per portare i problemi interni
all'esterno), ma la Russia perde quindi aumenta ancora la carestia. Così all’inizio di marzo ci fu uno
sciopero generale degli operai a Pietrogrado che però diventò una manifestazione politica contro il
regime zarista.
Si formano i soviet (consigli di operai e contadini), che danno vita ad una vera e propria rivoluzione,
Allora lo zar concede la duma, ovvero il parlamento russo, che sembra indirizzato verso una monarchia
costituzionale. Quando gli stati tornano dal fronte lo zar riesce a fermare la rivoluzione con la forza
e si torna ad una monarchia di tipo assolutistico, anche se la duma continua ad esistere.
Stolypin è il 1°ministro, un conservatore di origini nobili, e porta una fortissima restaurazione, tutti
coloro che erano implicati nella rivoluzione vengono uccisi. Lo zar fa una riforma agraria: smantella i
mir e mette in vendita le loro terre, voleva creare una classe di medi proprietari terrieri borghesi che
sarebbero dovuti rimanere fedeli allo zar. Questo avviene solo in parte, non abbastanza per
mantenere stabile il governo dello zar. Stolypin viene ucciso.
Nel 1914 la Russia arriva alla guerra totalmente impreparata. Lo zar voleva l'espansione dei Balcani,
per motivi imperialistici e a discapito della Turchia, ma la guerra non fece altro che peggiorare la
condiziona di carestia.
Nel febbraio 1917 ci fu il 2° sciopero a Pietrogrado guidato dai soviet. Quando i soldati che dovevano
ristabilire l’ordine si rifiutarono di sparare alla folla e fraternizzarono con essa lo zar abdicò e venne
arrestato con tutta la famiglia reale.
LA RIVOLUZIONE D’OTTOBRE
Dopo la caduta dello zar si formò un governo provvisorio. I suoi obiettivi erano: continuare la guerra a
fianco dell’intesa e promuovere la modernizzazione, politica e economica del paese. Al governo c’erano
i cadetti (borghesia, volevano uno stato costituzionale e liberal-democratico) e i social-rivoluzionari.
Furono affiancati dai soviet, formati da menscevichi e una minoranza di bolscevichi. I membri dei
soviet erano espressi direttamente dai lavorati ed erano continuamente revocabili (ispirato alla
comune di Parigi del 1871).
Era un dualismo di potere: il governo poteva prendere le decisioni ma bisogna avere il consenso dei
soviet. Il governo di Pietrogrado agiva come una specie di parlamento proletariato. La rivoluzione
aveva messo in moto un movimento di massa che respingeva l’idea di un’autorità̀ centrale, era
favorevole a un diffuso potere dal basso e alla fine della guerra.
Le iniziative prese da questo governo furono:
- Scarcerare tutti quelli imprigionati per reati politici
- Ridurre le ore di lavoro ed aumentare gli stipendi
- Fissare la data per l’elezione dell’assemblea nazionale costituente
- Continuare la guerra a fianco dell’intesa e occuparsi successivamente dei problemi della terra
Gli imperi centrali hanno tutti interesse a far uscire la Russia dalla guerra: il nuovo capitalismo
produce una grande quantità̀ di merci, che non possono essere vendute solo all'interno del paese
quindi c'è bisogno dell'imperialismo una volta che le potenze avranno diviso Africa e Asia, la guerra
si sposterebbe in Europa. Lenin vede questa guerra come una guerra imperialista e propone come
soluzione trasformare la guerra in rivoluzione (posizione socialista marxiana).
Nell’aprile del 1917 Lenin, leader dei bolscevichi, rientrò in Russia dalla svizzera. Lenin era stato
aiutato dai tedeschi a tornare in patria perché́ conoscevano cosa pensava Lenin sulla guerra e
speravano di accelerare l’uscita della Russia dalla guerra. Appena giunto a Pietrogrado pubblica le
Tesi d'Aprile in cui poneva il problema della presa di potere, rovesciando la teoria marxista ortodossa
che diceva che la rivoluzione proletaria sarebbe scoppiata nei paesi più̀ sviluppati, ma in Russia non
fu così. Il primo obiettivo fu quello di conquistare la maggioranza nei soviet e di voler arrivare alla
pace, a dare la terra ai contadini poveri e al controllo della produzione da parte dei consigli operai.
Altri obiettivi erano il controllo operaio delle industrie e la creazione di una banca unica guidata dai
soviet. Con il ritorno di Lenin ci furono diversi scontri fra i bolscevichi e il governo provvisorio, il primo
fu quando i soldati e gli operai armati scesero in piazza per impedire la partenza per il fronte della
Galizia di alcuni soldati. Ma questa insurrezione fallì. Più̀ tardi a settembre ci fu un tentativo di
colpo di stato promosso dal capo dell’esercito Kornilov che fu sventato dal governo guidato da un
social-rivoluzionario Aleksandr Kerenskij. Da queste vicende i bolscevichi si rafforzarono perché́
aumentarono il numero dei loro sostenitori conquistandosi l’appoggio dei soviet di Pietrogrado e di
Mosca. A ottobre i bolscevichi decisero di prendere il potere al governo con un’insurrezione guidata
dal presidente dei soviet Trotskij. La mattina del 7 novembre i soldati rivoluzionari e le guardie rosse
(milizie operaie) circondarono il palazzo d’inverno e se ne impadronirono.
I decreti di novembre furono emanati poco dopo dal congresso panrusso dei soviet e furono:
- La pace subito e doveva essere giusta e democratica
- Le elezioni per l'assemblea nazionale costituente
- La distribuzione delle terre ai contadini e l’abolizione della grande proprietà̀ terrena.
I risultati delle elezioni per l’assemblea nazionale costituente furono una delusione perché́ i social-
rivoluzionari si aggiudicarono la maggioranza assoluta grazie all’appoggio dei contadini. Così Lenin
decise di sciogliere l’assemblea nazionale costituente perché́ non esprimeva la vera volontà̀ dei Russi
infatti disse che i veri rappresentati sono i bolscevichi perché́ sono la diretta espressione dei
contadini e dei lavoratori. Questo portò a una rottura con le altre componenti del movimento
socialista.
GUERRA CIVILE E DITTATURA
Per i bolscevichi fu molto difficile governare tuta la Russia perché́ era immensa e perché́ era
società̀ complessa e arretrata. Così decisero immediatamente di uscire dalla guerra e il 5 marzo
firmarono l’armistizio con gli imperi centrali ma la Russia fu costretta ad accettare tutte le clausole
durissime poste dai tedeschi. Firmarono anche nel 1918 il trattato di Brest-Litovsk che comportava la
perdita di tutti i territori non russi dell’ex impero come: Polonia, Estonia, Lettonia, Lituania, che erano
dei territori ricchi di risorse. Le potenze dell’Intesa però considerarono la pace di Brest come un
tradimento nei loro confronti e cominciarono ad appoggiare le forze antibolsceviche che si stanno già̀
organizzando per riprendere il potere sotto la guida di ex ufficiali zaristi, le armate bianche. Ci
furono degli sbarchi da parte delle truppe anglo- francesi dagli Stati Uniti e dal Giappone in Siberia,
l’arrivo di queste potenze servì a rafforzare l’opposizione del governo bolscevico, soprattutto quella
dei bianchi, dei monarchico- conservatori, che ricevevano contributi dalle potenze europee. I bianchi
riuscirono ad assumere il controllo di vasti territori della Siberia e per paura che fossero liberati,
furono uccisi lo zar e tutti i suoi parenti.
Le potenze straniere nel 1919 hanno iniziato a ritirare le loto truppe per paura di un contagio
rivoluzionario e nel 1920 la guerra civile tra armate bianche (ex zaristi) e rosse (bolscevichi) si
concluse.
La guerra è vinta dai bolscevichi perché́ hanno avuto l’appoggio delle masse contadine. Nel frattempo
il governo aveva creato la polizia politica chiamata CEKA, venne istituito un tribunale rivoluzionario
centrale per coloro che si macchiano di reati politici, e vengono creati i campi di lavoro (gulag)
perché́ le prigioni non bastano. I responsabili di questi gulag mandavano periodicamente dei resoconti
riguardanti i lavori svolti al governo, ma non si interessavano delle condizioni di lavoro dei lavoratori.
Furono considerati illegali i partiti di opposizione e venne reintrodotta la pena di morte. Nel frattempo
fu anche istituito un nuovo esercito con il nome di armata rossa degli operai e dei contadini. L’artefice
principale fu Trotskij e ad assicurare la lealtà̀ dei soldati ci furono i commissari politici.
Nel 1921 la Polonia vedendo le difficoltà che aveva la Russia la attacca per avere altri territori, si
arriva alla pace di Liga in cui li ottiene.
Subito dopo la fine della guerra la Russia stava passando un moneto economicamente difficile e
rischiava un collasso economico, quindi vennero redistribuite le terre ai contadini poveri che però si
trasformarono in piccole aziende che producevano solo per autoconsumo e che quindi non contribuivano
all’economia dello stato.
Le banche furono nazionalizzate e i debiti con l’estero cancellati. Durante la guerra si cercò di
attuare una politica più̀ autoritaria così si creò il comunismo di guerra che prendeva:
- irrigidimento del lavoro nelle fabbriche
- Delle fattorie collettive per i contadini
- Delle fattorie sovietiche gestite dallo stato o dai soviet - Vietati gli scioperi
- Razionamento dei cibi
- La confisca dei beni ai contadini
- Controllo delle fabbriche da parte dei Soviet
- Nazionalizzati tutti i settori più̀ importanti
Queste misure servivano a normalizzare la produzione e di centralizzare le decisioni.
Nel 1921 Lenin porta una nuova politica economica (nep) che aveva come obbiettivo stimolare la
produzione agricola e favorire l’afflusso dei generi alimentari verso le città.
Prendeva:
• Il parziale ritorno al mercato, le industrie con almeno 20 operai potevano rimanere private.
• I contadini potevano vendere la propria merce pagando una piccola tassa allo stato
• Venne incita la parità̀ dei sessi e quindi ammetteva il divorzio, il diritto di voto alle donne, l’aborto
e la gratuità dell’istruzione e della sanità.
Questa parziale liberalizzazione ebbe conseguenze benefiche sull’economia del paese, lo stato
ventenne comunque il controllo delle banche e delle maggiori industrie.
Nel 1924 Lenin muore colpito da un ictus e sale al potere Stalin.
Nel 1918 fu emanata una prima costituzione della Russia rivoluzionaria che prevedeva che il nuovo
stato avesse carattere federale e che al vertice del potere ci fossero i soviet e le massi lavoratrici.
Tra il 1920 e il 1921 furono annessi diversi territori e nel 1922 nasceva l’unione delle repubbliche
socialiste sovietiche (Urss).
Nel 1924 fu approvata la nuova costituzione dell’Urss che prendeva ancora al vertice i soviet ma il
partito comunista aveva il potere ed era l’unico la cui esistenza fosse prevista dalla costituzione.
L’URSS era una repubblica federale.